Dialoghi al Buio: monologo teatrale generato da intelligenza artificiale
Monologo teatrale scritto con l’AI e modellato dall’uomo. Un viaggio emotivo e tecnologico che esplora l’animo umano tra luci, ombre e ironia.
Prima che tu lo chieda: sì, quello nella foto sono io, trasformato in un personaggio che sembra appena uscito da un film dello Studio Ghibli (realizzato con SORA di OpenAI).
Era uno dei trend più gettonati qualche tempo fa e non ho resistito alla tentazione: ho dato in pasto una mia foto a un sistema di intelligenza artificiale generativa specializzato nella creazione di ritratti in stile anime. Il risultato? Un mix tra Totoro, me stesso e un protagonista di un JRPG degli anni 2000.
Quella che potrebbe sembrare solo una curiosità da social è in realtà un ottimo esempio del potenziale dell’IA generativa nella grafica e nell’immaginazione visiva: modelli addestrati su migliaia di immagini possono reinterpretare, reinventare e persino proporre nuovi stili visivi, fondendo il nostro input umano con una vastissima memoria visiva algoritmica.
L’IA creativa è il territorio in cui le tecnologie generative – come i modelli di linguaggio, di immagini e di suono – diventano strumenti di espressione. Non si limitano ad automatizzare, ma ci accompagnano in un nuovo modo di creare: più ibrido, più fluido, a tratti sorprendente. Qui l’intelligenza artificiale non sostituisce la creatività umana, ma la provoca, la stimola, la sfida. È una compagna di viaggio che suggerisce, deforma, rielabora.
Come scrive il filosofo Luciano Floridi, in uno dei suoi saggi più ispirati, “distant writing” è la scrittura che nasce a distanza, non solo fisica ma cognitiva: un processo in cui il contenuto non viene generato direttamente dall’autore, ma mediato da un’intelligenza esterna, capace di restituire idee che non avevamo previsto, eppure che riconosciamo come nostre.
È in questo spazio di risonanza – tra noi e l’algoritmo, tra ciò che chiediamo e ciò che riceviamo – che si apre una nuova dimensione creativa: fatta di esplorazione, co-creazione, talvolta anche meraviglia.
Generazione di immagini e scenografie digitali che nascono da prompt testuali e diventano visioni. L’IA come matita, pennello e lente deformante della fantasia.
Racconti, riflessioni e dialoghi co-creati con modelli linguistici. Una scrittura aumentata, dove l’intuizione umana incontra l’inatteso dell’algoritmo.
Drammaturgie ibride, testi teatrali sperimentali e personaggi che prendono vita tra prompt e palcoscenico. L’IA diventa complice di nuove forme sceniche.
Dalla poesia generativa al remix algoritmico. Esplorazioni ai confini dei generi e dei linguaggi, per reinventare l’atto creativo in dialogo con la macchina.
Scrittura Teatrale e Intelligenza Artificiale
Il progetto nasce con l’obiettivo di esplorare il potenziale dell’intelligenza artificiale nella scrittura teatrale, utilizzando ChatGPT come strumento principale per la generazione di un monologo originale. L’intero testo dello spettacolo è stato sviluppato attraverso un’interazione continua con l’AI, che ha fornito contenuti, dialoghi e strutture narrative in risposta alle richieste dell’autore.
Il ruolo dell’intervento umano non è stato quello di scrivere direttamente il monologo, bensì di guidare e affinare il processo creativo. Attraverso un lavoro di revisione e interazione, l’autore ha raffinato il testo chiedendo dettagli, approfondimenti tematici, suggerendo variazioni nel tono, costruendo i momenti di raccordo ed enfatizzando gli aspetti chiave per dare ritmo e coerenza alla narrazione.
Il progetto prodotto da Sartoria Caronte sarà presentato in anteprima il 25 luglio 2025 nel Collinarea Festival 2025
“La creatività non è esclusiva dell’uomo: è il prodotto dell’interazione tra struttura e sorpresa. L’intelligenza artificiale può offrirci proprio questo—strutture nuove e sorprese inaspettate.”
Monologo teatrale scritto con l’AI e modellato dall’uomo. Un viaggio emotivo e tecnologico che esplora l’animo umano tra luci, ombre e ironia.
Il distant writing cambia la scrittura: l’autore diventa progettista e l’IA co-creatrice. Una nuova era creativa secondo Luciano Floridi.